Ripulitura della tarsia

A incollaggio ultimato, si passa a ripulire la tarsia. I sistemi generalmente sono due, e si differenziano dall'uso degli utensili manuale o meccanici.

Gli utensili manuali adoperati per questa operazione sono normalmente il pialletto di dimensioni piccole e lo scarpello.
I mezzi meccanici comunemente utilizzati sono, i vari tipi di scartatrici.

I consigli di Mastro Santi:
Sarà opportuno usare la scartatrice su lavori nuovi e non su restauri per non scartare anche la patina originale antica.


La tecnica manuale

La prima operazione è la ripulitura del filetto, che potrà essere effettuata con lo scarpello, o con il pialletto.
Uso generalmente lo scarpello, perché questo utensile mi permette di accorgermi immediatamente se ripulisco il legno per il senso giusto della venatura, senza correre il rischio di divellere la parte intarsiata.
Usando il pialletto, non avremo la sensibilità che ci avviserà di andare contro venatura, ma ce ne accorgeremo sicuramente, dopo il passaggio della pialla sopra di esso, sperando di non aver rimosso il filetto.
L'operazione successiva è la ripulitura della tarsia centrale
Se abbiamo molta maestria possiamo piallarla con il pialletto, stando sempre attenti al senso della venatura.
Un suggerimento per ovviare al problema della rimozione della tarsia, consiste nel piallare il legno di traverso alla venatura. Importantissimo per la riuscita di questa operazione è l’affilatura dell'utensile che deve tagliare come un rasoio.

La ripulitura finale perfetta, si ottiene usando la rasiera.
Questo utensile permette di ottenere un piano liscio, toglie i solchi che abbiamo creato inevitabilmente con il pialletto o con la cartavetra. La rasiera va usata ben affilata, inumidendo la tarsia con una spugna. Per ottenere una superficie ben levigata, si può usare del vetro rotto, in maniera tale da avere una parte convessa tagliente. Questo sistema direi abbastanza pericoloso, ed è indicato se si vuole “invecchiare” la tarsia.