Questo intervento deve far pensare per la leggerezza di
un restauro che può causare, come in questo caso, una lettura falsa,
che stravolge l'iconografia dell'oggetto.
In un'opera, dove prevale l'aspetto iconografico, il restauro deve tenere
conto prioritariamente di questo. Può essere giustificabile un
intervento di ripristino sempre se abbiamo dei riferimenti certi e informazioni
sicure da dove poter attingere cercando di ridare una lettura corretta
all'oggetto, ricostruendo il calice nella sua giusta posizione
di raffigurazione. Oppure forse è corretto lasciare la parte vuota
senza ripristinare nessun elemento.
In molti casi per il committente è indispensabile ripristinare,
per un valore estetico o di culto, l'opera danneggiata.
Sarà opportuno studiare attentamente, riprendendo almeno dei riferimenti
da gli altri pannelli dello stesso coro che presentano lo stesso oggetto,
i tipi di legni usati la loro disposizione, i sistemi di sfumatura adottati
nelle tarsie originali,
Sicuramente il restauratore che è intervenuto su questa tarsia
aveva tutti questi elementi da valutare, che potevano essere ricercati
e studiati analizzando gli altri pannelli del coro dove si presentano
scene analoghe a questa. Oppure riprendere indicazioni da altri pannelli
coevi di epoca come nel pannello intarsiato raffigurato nella foto sottostante.

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Si potrebbe rileggere, come in molti casi che riguardano
le tarsie quattrocentesche danneggiate, dove rimangono le tracce nel supporto
di fondo, perché venivano eseguite direttamente nel pannello della
struttura che lasciano delle tracce di colla e i tagli eseguiti dagli
attrezzi, dove si può ricondurre, anche se non in modo scientifico,
l'aspetto originario.
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