Sicuramente è difficile possedere, per un artigiano, tutte queste proprietà.
Non a caso gli intarsiatori del quattrocento venivano chiamati “maestri di prospettiva“. Il perché di tale aggettivo, che sicuramente non è appropriato per tutti gli intarsiatori rinascimentali ma sicuramente calzante per i caposcuola di questa tecnica, deriva dalla conoscenza del disegno geometrico e della pittura.
Questi oltre ad essere abilissimi artigiani erano anche architetti e ingegneri, come Giuliano e Benedetto da Maiano, Baccio D'Agnolo, Baccio Pontelli i Canozzi da Lendinara e altri artisti che conoscevano le regole della prospettiva e gli strumenti per la lavorazione del legno in quanto si servivano di questa materia per costruire i modellini per i progetti di architettura. Infatti le “Botteghe” più importanti del periodo prerinascimentale erano laboratori poliedrici dove si praticavano tutte le Arti, senza differenza tra le arti cosiddette minori a quelle maggiori, che solamente dopo con l'avvento del periodo rinascimentale, la cultura intellettuale del tempo, volle scindere in due diverse branchie, Arti Minori e Arti Maggiori.
E' bene specificare che i cartoni per le tarsie più note, come lo studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino, che si presume intarsiato da Baccio Pontelli o le tarsie eseguite dai Canozzi da Lendinara alla Basilica di S. Antonio a Padova, erano preparati da pittori celebri come: Piero della Francesca, Bramante, Francesco di Giorgio Martini, Botticelli, e altri artisti del tempo.
Con questa puntualizzazione voglio riuscire a far capire le difficoltà insormontabili per chi voglia fare una tarsia prospettica non conoscendo ne la prospettiva ne il disegno.
Altra considerazione è la caratteristica comune degli intarsiatori sulla conoscenza dell'intaglio ligneo. Infatti la maggior parte delle opere intarsiate erano completate con questa tecnica.
Essere un buon intagliatore facilita chi vuole cimentarsi nella tarsia, dato che gli utensili impiegati sono in genere gli stessi.

I consigli di MastroSanti
E' inutile forse presuntuoso e senza alcun significato artistico scimmiottare o tradurre con il legno quadri di celebri pittori. Come fu nel Rinascimento, il connubio “formale”tra i pittori che realizzavano i cartoni studiati per le tarsie e i maestri lignari rinascimentali fu sempre basato sul rispetto delle possibilità cromatiche del legno conoscendone i limiti. È per questo che la tarsia rinascimentale divenne una forma d'arte nuova, perché fu usata per i suoi giusti valori di rappresentazione, senza voler assomigliare alla pittura.
La tarsia non può dare un effetto dinamico al quadro ma statico, sembra fermo nel tempo, sicuramente è anche per questo che le forme geometriche i scorci prospettici e le nature morte si adattano perfettamente e sono stati prescelti per le tarsie rinascimentali.

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